
Pensavi che la tua collezione di mini console fosse completa? Illuso. Il Vectrex Mini è qui per ricordarti che il passato non muore mai!
IL Vectrex originale arrivò nel 1982 come un UFO atterrato nel salotto: l’unica console domestica con display vettoriale. Grafica nitida, luminosa, verticale, presa da un oscilloscopio Samsung (sì, altro che Galaxy S1 2 3…). Peccato che il prezzo fosse talmente fuori scala da far sembrare il NES (che uscirà dopo qualche anno) un affare da discount. Risultato? Flop epico e produzione interrotta dopo 18 mesi. Ma il mito è rimasto.

Il Vectrex Mini è la versione che i fan hanno sempre sognato: metà dimensione, zero problemi di CRT. Al posto del tubo catodico, fragile come un joystick dopo due partite a Track & Field, c’è un OLED da 5 pollici che promette “nitidezza perfetta per i giochi vettoriali” e persino un effetto bagliore regolabile per chi vuole rivivere la magia retrò senza rischiare la scossa elettrica.

E sì, ci sono ancora le sovrapposizioni fisiche per aggiungere colore alle linee monocromatiche. Perché il vero nerd sa che il minimalismo è bello, ma un overlay fa sempre scena.

Dentro sono inclusi 12 titoli, tra cui Mine Storm, Bedlam, Hyperchase, Cosmic Chasm, Spinball, Rip Off e Spike. Ricordiamo che la libreria originale era di soli 29 giochi, e se il tuo preferito manca, puoi caricarlo via microSD, aprendo le porte anche a centinaia di homebrew creati negli anni.

Il pad incluso è una mini replica dell’originale, ma puoi collegare anche quello originale degli anni ’80 se lo hai ancora. E dulcis in fundo come caratteristica aggiuntiva se colleghi la console al il Wi-Fi, il Vectrex Mini diventa l’orologio da tavolo più cyberpunk di sempre, mostrando ora e meteo in grafica vettoriale, Blade Runner vibes, garantite.

Il Vectrex Mini al momento è in crowdfunding su Kickstarter (in queste ore ha già triplicato il target previsto) e non mancano bundle vari ed edizioni limitate. Spedizione prevista per Q4 2026. Tempo sufficiente per liberare spazio sulla scrivania e spiegare al partner perché “questa è diversa dalle altre” (è dura inventare ogni volta una scusa diversa).
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